Schott, il ritorno del mito americano

07/10/2020

Schott, il ritorno del mito americano

La domanda è: ma era mai andato via lo Schott?
Molti di noi, ragazzacci degli anni ’60, riserviamo un posto d’onore al nostro giubbotto preferito nel guardaroba, litigando con mogli, fidanzate o conviventi.
E viene sempre la Domenica che salti sul Tenerè e senti risuonare nelle orecchie “wild boys, wild boys…”

IL SOLITO PIPPONE STORICO

Vi tocca, è inutile lamentarsi, vedrò di essere breve.

La storia della Schott è la classica storia americana: gli Schott brothers sono figli di immigrati russi che si mettono a cucire impermeabili in uno scantinato del lower east side di Manhattan, affidandosi poi agli ambulanti per una distribuzione porta a porta.

I GIUBBOTTI SCHOTT PER L’ESERCITO

Ma i fratelli Schott non si fermarono certo qui: quando sull’America cominciarono a soffiare minacciosi i venti del secondo conflitto mondiale, la factory progettò un bomber in montone destinato a fare la storia, il mitico B-3, che rifornì l’esercito americano per oltre 60 anni, diventando poi una delle divise dei paninari.

Poi nacque il G-1, quello che da noi diventò famoso come Top Gun, una giacca in pelle da aviatore che faceva sognare, col culo in fuori sulla Kawasaki come Tom Cruise.

Schott poi produceva alcuni fra i bomber MA-1 più fighi in assoluto, quelli con i ricami in stile Viet Nam, che ancora si trovano in listino.

Ma se i giubbotti Schott sono ritornati prepotentemente sul panorama del fashion system un motivo ci sarà…

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